E' uscita la rivista "alsas" n. 42 secondo semestre 2020 (La trovi in edicola a Sasso Marconi o puoi richiederla dal menu "Contatti")
Cosa offre la rivista N. 42 "al Sâs - storia, natura, cultura" del secondo semestre 2020?
Lo puoi valutare leggendo i titoli degli articoli elencati su questo foglio.
Succede a Sasso. Glauco Guidastri
Anniversari marconiani. Barbara Valotti
Alla ricerca della chiesa perduta. Mauro Filippini
Dobbiamo salvare il nostro pianeta guardando al futuro. Paolo Michelini
Il torrente Olivetta e i suoi antichi mulini (terza parte). Franco Balestrazzi, Bruno Sidoli e Franco Venturini
Il tempo dedicato alla “cura” verso la comunità all’epoca delle “soft skills”. Carla Mastrapasqua
Poesie di Cecilia: l’amore e le stagioni della vita Cecilia Pelliconi Galetti
La filastrocca dei quattro gatti Gianni Beccaro
La nonna volante. Binut
Binut Brif bruf braf. Gianni Rodari
Il palazzo di gelato Gianni Rodari
L’evoluzione al femminile. Il contributo delle femminile all’evoluzione dell’Homo sapiens. Bruna Tadolini
La mia prigionia. Giueppe Bendini
I profughi veneti e friulani della Grande Guerra ospitati a Praduro e Sasso Carmen Santi
A la fèn dl’ovra (alla fine dell’opera) Luigi Ropa Esposti
Ricordiamo che la quota di iscrizione che dà diritto a due riviste semestrali a 15,00 Euro.
L’iscrizione si può effettuare a mezzo bonifico sul nostro conto presso EMILBANCA, IBAN: IT48 B070 7237 1000 2000 0024 254 intestato a Gruppo di studi “Progetto 10 righe”.

E' uscita la rivista "alsas" n. 41 primo semestre 2020 (La trovi in edicola a Sasso Marconi o puoi richiederla dal menu "Contatti")

Favola di Rodari con le illustrazioni a cui facevo riferimento per la copertina della rivista n. 41,Il disegno che proponevo è la fig 2 di seguito la didascalia
Gianni Rodari
C’era una volta una guerra, una grande e terribile guerra, che faceva morire molti soldati
da una parte e dall’altra. Noi stavamo di qua e i nostri nemici stavano di là, e ci sparavano
addosso giorno e notte, ma la guerra era tanto lunga che a un certo punto ci venne a
mancare il bronzo per i cannoni, non avevamo più ferro per le baionette, eccetera.
Il nostro comandante, lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone, ordinò di tirar
giù tutte le campane dai campanili e di fonderle tutte insieme per fabbricare un
grossissimo cannone: uno solo, ma grosso abbastanza da vincere tutta la guerra con un
sol colpo.
A sollevare quel cannone ci vollero centomila grù; per trasportarlo al fronte ci vollero
novantasette treni. Lo Stragenerale si fregava le mani per la contentezza e diceva:
“Quando il mio cannone sparerà i nemici scapperanno fin sulla luna”.
Ecco il gran momento. Il cannonissimo era puntato sui nemici. Noi ci eravamo riempiti le
orecchie di ovatta, perché il frastuono poteva romperci i timpani e la tromba di Eustachio.
Lo Stragenerale Bombone Sparone Pestafracassone ordinò: “Fuoco!”
Un artigliere premette un pulsante. E d’improvviso, da un capo all’altro del fronte, si udì un
gigantesco scampanio: “Din! Don! Dan!”
Noi ci levammo l’ovatta dalle orecchie per sentir meglio.
“Din! Don! Dan!”, tuonava il cannonissimo. E centomila echi ripetevano per monti e per
valli:
“Din! Don! Dan!”
“Fuoco!” gridò lo Stragenerale per la seconda volta: “Fuoco, perbacco!”
L’artigliere premette nuovamente il pulsante e di nuovo un festoso concerto di campane si
diffuse di trincea in trincea. Pareva che suonassero insieme tutte le campane della nostra
patria. Lo Stragenerale si strappava i capelli per la rabbia e continuò a strapparseli fin che
gliene rimase uno solo.
Poi ci fu un momento di silenzio. Ed ecco che dall’altra parte del fronte, come per un
segnale, rispose un allegro, assordante: “Din! Don! Dan!”
Perchè dovete sapere che anche il comandate dei nemici, il Mortesciallo Von Bombonen
Sparonen Pestrafrakasson, aveva avuto l’idea di fabbricare un cannonissimo con le
campane del suo paese!
“Din! Dan! “ tuonava adesso il nostro cannone.
“Don! “ rispondeva quello dei nemici. E i soldati dei due eserciti balzavano dalle trincee, si
correvano incontro, ballavano e gridavano: “Le campane, le campane! E’ festa! E’
scoppiata la pace!”.
Lo Stragenerale e il Mortesciallo salirono sulle loro automobili e corsero lontano, e
consumarono tutta la benzina, ma il suono delle campane li inseguiva ancora.

Molti Italiani vivono all’estero e tra questi anche molti sassesi
Se qualcuno di loro che legge questo blog è interessato a visualizzare gli ultimi numeri della nostra rivista “alsàs” puo scriverci e gli manderemo il link alla versione on-line, oppure puo richiedere la versione cartacea
La Redazione

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