I CASTAGNI DI MONTE MARIO (ottobre 99)
di Alessandro Onofri
Due soldi di caldarroste.
L'imbutino di carta
domenicale regalo paterno
bruciava le mie manine protese.
Due lire di "gnaccia".
Tortino con chicchi di uva passa
colazione mattutina
che la vecchia mi porgeva
sotto il portico di San Paolo.
Vocìo animato di giovani studentelli
prima del "Latinorum".
Castagna
da sempre cibo dei poveri.
Mi arrampico sotto i tronchi contorti
sofferte sculture del tempo.
I ricci spinosi scoppiano al primo sole
rotolano intorno
celati dalle foglie ingiallite
sotto il mio piede liberano i lucidi frutti.
Frutti che l'uomo
ora lascia ai cinghiali.
Duemila lire di caldarroste.
Al festoso braciere della "pro-loco"
in piazza per beneficenza.
L'imbuto di carta riscalda
la mia cotica callosa.
Un bicchiere di vino novello
e ancora i ricordi.....
La struggente malinconia dei ricordi.
La memoria
preziosa compagna
nel crudele trascorrere del tempo.
Didascalia
Fig. 1 - La caldarrostaia (foto P.Michelini)