QUANDO LA MADONNA DI S.LUCA VENNE A BATTEDIZZO
Nata in una famiglia bolognese da sempre, ne ho condiviso la devozione verso la Madonna di S. Luca, la Protettrice della città. Dai vecchi bolognesi è considerata come una persona che ogni anno scende dal suo colle e va a far loro visita. Dicono, infatti, “quando viene a Bologna la Madonna?”. Fra i bei ricordi della mia infanzia ci sono i giorni in cui con la nonna andavo ad incontrarla davanti alla chiesa delle Muratelle, o quando con tutta la mia famiglia andavo a Porta Saragozza, il giorno dell’Ascensione, per ricevere la benedizione della Madonna, prima che lasciasse la città. Di quei pomeriggi ho una viva memoria dell’incontro gioioso con i miei cari e dei palloncini colorati che salivano verso il cielo.
Quando, il terzo anno che abitavo a Battedizzo, seppi che la Madonna di S. Luca sarebbe venuta a visitare la Parrocchia di S. Martino di Battedizzo, ne fui meravigliata e felice. Era un avvenimento per il nostro piccolo gruppo di case. La chiesa, un vero gioiello poco conosciuto, fu ornata di fiori e davanti alla porta fu composta una emme con dei petali di rose. E cominciò l’attesa. La Madonna arrivò a pomeriggio avanzato, su un’auto con la parte posteriore in vetro. Gli uomini preposti al suo trasporto, con le tipiche vesti nere, la portarono in chiesa. In quanti eravamo? Dieci, dodici? forse quindici persone. Non c’era certo la folla di Bologna, la lunga processione, ma quelle poche persone vivevano una esperienza che sarebbe rimasta impressa nelle loro menti e nei loro cuori. La Madonna era lì, appena oltre la balaustra dell’altare maggiore. Si sarebbe potuto toccarla, e ci guardava con quella sua espressione severa che sempre mi ha intimidito. Il sacerdote che l’accompagnava ricordò di essere venuto a Battedizzo subito dopo la fine della guerra, che in questi luoghi aveva causato enormi distruzioni. Ora, disse, provava una profonda gioia nel rivedere gli stessi luoghi trasformati dalla pace e dal lavoro costante degli uomini. Le case ricostruite, i campi coltivati e i giardini ricchi di alberi e fiori. Dopo il Rosario e la benedizione la Madonna tornò a Sasso e noi rimanemmo per un po’ fermi sul piazzale, in silenzio, avvolti dalla luce dorata del tramonto. Avevamo vissuto un momento speciale. Era il 28 giugno 1995.
Franca Foresti